ANTEFATTO
DELLA STORIA
Un'età ragguardevole per una manifestazione nata da un'idea di un cappellano, don Luciano Franch, in perenne movimento e costantemente alla ricerca di nuovi orizzonti per una gioventù che entrava da protagonista nel decennio degli anni '60. Ogni anno il Carnevale dei Ragazzi è un originale. Ecco la novità: non invecchia mai.
E come potrebbe?
A Volano ci sarà sempre un ragazzo o una ragazza che annuncia: "…oggi ci riuniamo per organizzare il Carnevale". Prima del 1960, già da alcuni anni in sede oratoriale, i gruppi dell'Azione Cattolica convenientemente e rigidamente separati, festeggiavano la fine del periodo Carnevalesco. Si festeggiava con i "bollini" (coriandoli), si tiravano le stelle filanti, ci si abbuffava con i "grostoi" e con le "gazzose". I più intraprendenti tentavano l'approccio col brulé.
Poi, per un paio di stagioni l'attenzione del Carnevale si concentrò sul pupazzo di carta, che a mo' di rito propiziatorio veniva immolato in un falò fra canti, scherzi e divertimento.
L'operazione incendiaria portava sì calore e "graniz" (fuliggine), ma era di breve durata e poi aggregava poco.
LA STORIA
L'archivio della sede del Comitato Carnevale indica come data di nascita del Carnevale dei ragazzi di Volano, il 1959. La paternità dell'idea è da attribuire al vulcanico don Luciano da Cloz, incaricato dal vescovo di coadiuvare l'arciprete don Italo da Arco nella cura delle anime dei Volanesi, che gettò il seme. E come dice la parabola: "…il seme cadde sulla terra fertile e germogliò".
L'humus era ottimo ed attendeva solo di essere stimolato. La gioventù dell'Azione Cattolica, come dice l'inno "…si mise in cammino…" e tracciò un solco tanto profondo che è giunto fino ai giorni nostri.
L'idea era di tenere occupati i ragazzi e le ragazze, e anche i meno ragazzi, durante il periodo invernale, con qualcosa di diverso dal solito, che fosse costruttivo ed avente finalità di aggregazione e divertimento.
Un qualche cosa a basso costo e di grande effetto, che permettesse la partecipazione in fase costruttiva e conclusiva di tanta gente.
L'idea partorì due gemelli: la sfilata dei carri e la rivista.
I CARRI E LA SFILATA
In principio fu solo ecologia. I carri non erano altro che i "cassoni" dei trattori adornati con l'edera. La scenografia era semplice e la fantasia lineare.
Il colore era dato dalle ragazze e dai ragazzi che per l'occasione si erano mascherati: chi con dei vecchi abiti trovati in soffitta, chi, i più fortunati, vestiti di carta crespata.
Tutta questa gioventù era sistemata dentro il "cassone".
Per la cronaca, il vincitore della prima sfilata fu un carro di edera, come tutti gli altri, ma che si fece notare per aver montato sulla "prua" del trattore lo stemma dell'Azione Cattolica.
Con il passare degli anni la tecnologia e le materie prime si fecero più sofisticate. Dall'edera si passò al legno dipinto: nacquero i carri-castello, i carri-nave dei pirati, le scalinate, le piramidi, ecc ecc..
Originale e azzeccato fu il carro del Traliccio, prototipo e antesignano dei movimenti su carro. Ad un certo momento della sfilata il traliccio veniva fatto saltare con un botto e una fumata. Poi un meccanismo a molla riportava la struttura nella posizione di partenza.
Poi iniziò l'era della carta, della colla e del colore. E fu il successo della sfilata dei carri allegorici. Sorsero dei piccoli gruppi specializzati che, prova su prova, dettero vita ad un patrimonio che non è eufemistico chiamare culturale.
La complessità della costruzione stimolò l'ingegno e generò le specializzazioni all'interno dei gruppi. Ogni gruppo aveva il creativo (l'ideatore del soggetto),
l'architetto (il responsabile della costruzione della struttura), l'incollatore (addetto all'applicazione degli strati di carta e colla), il tintoretto (responsabile dei colori).
E il carro diventa opera d'arte.
E I RAGAZZI?
In principio fu tanto "casino", dopotutto si faceva Carnevale.
Successivamente si raggiunse un accordo con la scuola elementare ed allora fu più facile organizzare i gruppi e coinvolgere i genitori.
Si decise di assegnare ad ogni carro un gruppo. Ci si accorse però che c'era il rischio di lasciare a piedi qualche bambino.
La necessità fece acuto l'ingegno. Si inventarono i gruppi mascherati (a piedi).
E per non lasciare nulla di intentato, che nel nostro caso vuol dire non scontentare i più piccoli, si introdusse la sfilata delle mascherine.
Ma i ragazzi sono così importanti che per loro è stato dilatato il tempo del carnevale, che inizialmente era solo il martedì grasso.
Per diverse edizioni il Carnevale dei Ragazzi di Volano ha contemplato la sfilata delle mascherine nel giovedì grasso.
In seguito è stata introdotta la maccheronata del sabato.
Negli anni successivi è emersa la necessità di valorizzare il concorso Mascherissima, separandolo dalla sfilata del martedì. A Mascherissima è stato riservato tutto il pomeriggio del sabato.
Poi per i più piccoli sono stati organizzati spettacoli di prestigio, di burattini, scenette comiche e così via.
I Comitati del Carnevale che si sono succeduti in tutte queste edizioni, hanno sempre mantenuto come obiettivo principale l'idea iniziale:
il Carnevale è dei Ragazzi.
LA RIVISTA
Quante ne ha viste di scene comiche e quante ne ha sentite di risate il vecchio teatro dell'oratorio femminile (l'asilo).
Già dalla prima edizione, la rivista che seguiva la sfilata, è stata un susseguirsi di sorprese. Quanti talenti sconosciuti si sono cimentati sulle tavole dell'asilo. Chi si è scoperto presentatore, chi cantante, chi comico, chi musicista.
Per non parlare dell'orchestra.
All'inizio di ogni spettacolo era composta dal minimo indispensabile; man mano che si andava avanti si aggiungevano strumenti e musicisti.
Alla fine finiva tutto in "gloria". Ma le prove, che iniziavano subito dopo le feste Natalizie, erano allo stesso tempo gioia e disperazione.
Si ricordano le edizioni nelle quali l'allora cappellano don Franco si sbracciava per fare andare d'accordo la batteria con la fisarmonica e con i violini, tutti suonati da musicisti strettamente autodidatti, i cosiddetti "musici ad orecchio".
Gli anni settanta portarono il teatro Concordia e una ventata di modernità ed iniziò l'era dei complessi. Erano composti da ragazzi musicalmente preparati, per alcuni dei quali la Rivista del Carnevale dei Ragazzi di Volano fu
il trampolino di lancio nel mondo della musica.
Anche le scenette subirono l'aggiornamento dei tempi. Da semplici farse si trasformarono in satira musicale, mediante l'adattamento dei testi originali delle canzoni, in parodie dei personaggi più noti della società Volanese.
MA C'È DELL'ALTRO
Il Carnevale dei Ragazzi di Volano in 50 anni ha contemplato tante altre iniziative, tutte realizzate per valorizzare e migliorare la manifestazione stessa. Ogni iniziativa è stata ideata dai componenti del Comitato del momento, secondo la loro fantasia e capacità.
Ci sono state annate ricche di progetti e realizzazioni, altre più parche ma
non meno importanti.
Ricordiamo l'introduzione degli speaker, tanto utili per la gestione della sfilata e per la valorizzazione dell'opera dei costruttori dei carri e dei costumi.
Sottolineiamo la pubblicazione del giornale ufficiale del carnevale: "La Zuca",
iniziato nel '60 per opera del Gruppo Studenti e poi proseguito dal Comitato.
Rammentiamo lo smalto dato dall'allestimento del tendone con annesso ballo mascherato e ricordiamo la rassegna di pittura dedicata al "maestro Piero", realizzata dai bambini della scuola elementare di Volano.
IL CARNEVALE DEI GIORNI NOSTRI
In queste poche righe abbiamo condensato cinquant'anni di Carnevale.
Le basi di questa manifestazione sono quindi da cercare indietro nel tempo, quando i nostri promotori hanno cominciato sicuramente non pensavano che saremmo arrivati così in là nel tempo.
Possiamo dire che grazie a loro, oggi abbiamo un carnevale con delle solide radici e un patrimonio culturale da difendere e proteggere da tutti quegli ostacoli burocratici e dal progresso che tende a chiudere col passato perché considerato superato e vecchio.
Da cinque anni la sfilata non si fa più per le vie del centro storico, ma nella
zona nuova a sud del paese, è un percorso ad anello, con strade larghe
e la possibilità di ammirare e apprezzare tutto il lavoro dei carristi
nei minimi dettagli.
In questo modo sul percorso trovano posto diverse associazioni che, grazie al loro impegno, incidono sulla buona riuscita della manifestazione stessa.
Chi viene a Volano il martedì grasso, oltre che assistere alla sfilata, può passare una giornata in allegria usufruendo anche di un servizio cucina e bar.
Il nostro giornale "La Zuca" esce il martedì grasso ed è sempre atteso con impazienza dai Volanesi Doc ma specialmente dalle persone che non abitano più in paese ed hanno così l'opportunità di gustarsi della buona satira paesana.
E per finire, un ringraziamento alla Parrocchia, all'Amministrazione Comunale e alla Cassa Rurale Alta Vallagarina, che ognuna per la parte di competenza ha favorito, permesso e aiutato i Comitati succedutisi in tutti questi anni per realizzare IL CARNEVALE DEI RAGAZZI DI VOLANO.